La settimana scorsa ho chiarito che i fotografi non sono obbligati a stare su Instagram. Certo, questo sembrerebbe essere il social perfetto per la categoria, ma non è sempre così.
Voglio essere molto chiara su un punto, che non vale solo per i fotografi: i contenuti vanno differenziati da un social all’altro, da un contenitore all’altro, come dicevo in nel mio primo articolo. Le foto che carichi sul tuo sito portfolio potrebbero anche funzionare su Instagram, ma non è detto.

I fotografi su instagram un po’ meh…

Ci sono poi dei fotografi che mi indispongono, e sono quelli che giudicano con sufficienza il lavoro del social media strategist. È capitato che qualcuno mi dicesse, quasi fosse colpa mia tra l’altro, “Eh, ma Instagram non funziona”. Il che, scava scava, vuol dire semplicemente “Io faccio delle foto che spaccano, ma nessuno mi riempie di like. Anzi, riempiono di like la foto sfocata di un gattino, quindi non stimo chi fa il tuo stupidissimo lavoro!”.

In realtà non è Instagram a non funzionare, sono i loro contenuti a non funzionare su Instagram. Possiamo passare la vita a discutere sulla questione etica che vede le foto sfocate dei gattini mandare al tappeto le opere d’arte, ma sarebbe davvero una perdita di tempo (comunque capita una cosa analoga anche a noi socialmediacosi e ne ho parlato in questo articolo sul buongiornissimo). Il mio consiglio romanaccio è sempre e solo uno: “Stacce”. Oppure non starci e boicotta Instagram, ma stare su un social e lamentarsi di non avere successo come altri che fanno un lavoro peggiore è la perdita di tempo più amata dai frustrati. Che ti piaccia o no, l’intero web è dominato da un algoritmo, e se non hai successo vuol dire che quell’algoritmo ti sta penalizzando. Se ti interessa avere successo, devi sapere come funziona e venire a patti con lui. Oppure, come molti, puoi stare su Instagram per diletto, senza pretendere di avere successo solo perché fai delle foto bellissime: la qualità conta solo fino a un certo punto, poi interviene il mio lavoro, cioè quello che si svolge a fianco dell’algoritmo (possiamo anche farlo insieme con Brand in frac).

fotografi

Le foto che non funzionano su Instagram

Ci sono vari contenuti che generalmente non funzionano su Instagram. La prima cosa che mi viene in mente, sono le foto in bianco e nero. Una volta ho provato a caricare temporaneamente sul mio profilo una foto di Henri Cartier-Bresson, non esattamente l’ultimo arrivato tra i fotografi. Ho scelto una foto poco conosciuta, in modo che non fosse facilissimo per i profani individuarne l’autore. Morale: poco più di 20 like. Il bianco e nero su Instagram funziona poco. Ha i suoi estimatori, certo, ma se vuoi lanciarti in questi contenuti sappi che è probabile che arriverai soltanto a una nicchia (e che sarai sempre vincolato all’uso del bianco e nero, anche se un giorno ti scopri amante dei colori vibranti). Questo ti penalizzerà, perché meno like ricevi, meno le tue foto verranno visualizzate, e meno girerà il tuo profilo di conseguenza. Se stai cercando clienti, è meglio puntare su altro.

Altro esempio: le foto che raccontano una storia. In una mostra fotografica probabilmente le persone passerebbero ore a rimirarle. Scorrendo la gallery sul cellulare, magari di corsa sul tram, uno probabilmente non avrà voglia di soffermarsi sul significato profondo dell’immagine e non metterà il like. Certo, alcuni lo faranno, leggeranno l’intera caption, e puoi puntare a colpire questa tipologia di persone, se va a formare il tuo target. Purtroppo, però, l’algoritmo (che gioca sui grandi numeri) ti penalizzerà lo stesso.

Cosa devono fare i fotografi su Instagram?

Ho una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che su Instagram funzionano dei contenuti che un fotografo può produrre molto facilmente. Quella cattiva è che tipicamente non vorrà farlo. Per esempio, una galleria con dei colori omogenei e artificiosissimi funziona alla grande, hai presente i campi di lavanda fuxia? Apri lightroom, esalta per esempio solo il blu e l’arancione dei tuoi paesaggi, fallo per qualche mese e avrai un sacco di follower. Perché tu, a differenza di quando ci provo io che non sono del mestiere, conosci perfettamente i parametri da settare perché tutte le foto della tua gallery si somiglino e abbiano uno stile inconfondibile. Quello potrebbe essere il tuo marchio di fabbrica. Certo, è come vendere l’anima al diavolo: la qualità delle tue foto si abbasserà, e nell’ambiente ti guarderanno con la stessa sufficienza con cui guardano me. Ma se riempirai di bokeh le tue foto ipersature, ti farai conoscere da un sacco di persone, e avrai la possibilità di trasformarle in clienti. Farlo o non farlo? Dipende tutto dalla tua strategia di comunicazione e da quello che vuoi fare, e soprattutto da come vuoi posizionarti sul mercato. Perché se non vuoi riempire di bokeh le foto del matrimonio del tuo danaroso cliente, Instagram potrebbe non fare per te. E cominciare così per poi virare ad altro è una delle cose più difficili quando si parla di marketing (si chiama rebranding, e costa tantissimo, sia in termini di tempo che di denaro).

Decidi tu!

Ora che conosci vantaggi e svantaggi, se comunque vuoi aprire il tuo profilo Instagram, dai anche un’occhiata al mio e pensa che qualcuno pagherebbe per avere la tua coerenza cromatica quando si dà all’editing esasperato! Se poi non vuoi perderti i miei prossimi pezzi, ti ricordo che puoi iscriverti alla newsletter che tra l’altro ti avviserà ogni volta che esce un nuovo post! Ricordati che dovrai confermare il tuo indirizzo e che la mail in cui ti verrà richiesto potrebbe finire nello spam: come Instagram, non è la newsletter a non funzionare, è il GDPR che è una cosa noiosa! Se invece sei uno di quei fotografi che su Instagram ci vorrebbero stare, ne possiamo parlare! Qui puoi chiedermi una consulenza!