Oggi parliamo di come creare un calendario editoriale, che è il migliore amico del piano editoriale tanto che ormai molti li sovrappongono. In realtà sono due cose diverse: il piano editoriale ti dice cosa-pubblicare-dove, il calendario editoriale ti dice cosa-pubblicare-quando.

Facciamo un esempio pratico: tu vendi (indovina!) orsacchiotti color glicine. Hai deciso, semplificando, che su Instagram metterai le foto dei bimbi felici con i tuoi orsetti e i dietro le quinte della produzione, sul blog i pareri degli psicologi infantili riguardo all’argomento “gioco” e le testimonianze delle mamme che comprano i tuoi orsetti, su Facebook articoli divertenti/informativi sulla vita da mamma e video dove illustri le tecniche di manutenzione ottimale degli orsetti (sì, ho il puro terrore che prima o poi Google mi indicizzerà con la chiave di ricerca “orsacchiotti color glicine”, se qualcuno è così matto da cercarla!)

Molto bene, siamo già a buon punto del nostro lavoro, ma non siamo ancora scesi nel dettaglio. Il calendario editoriale ci dice, precisamente, quando pubblicare questi contenuti, e soprattutto ci spiega con precisione quali sono.

Chi ben comincia… Ecco l’esempio tipo!

Vediamo un mese tipo del venditore di orsacchiotti (prendiamone uno a caso: febbraio). Ma prima un disclaimer: questo piano editoriale è un esercizio di stile, che parte da un business totalmente farlocco. Quindi, ti prego, non prenderlo troppo sul serio. Se ti dico di pubblicare un video dove la psicologa spiega che l’uso degli orsacchiotti color glicine porta a diventare adulti più consapevoli, sappi che me lo sto inventando di sana pianta non c’è alcun fondamento scientifico.

Oltre a dirci cosa-pubblicare-dove, il piano editoriale ci dice che, nell’arco di un mese, riusciamo a scrivere un post del blog, 16 aggiornamenti Facebook e 12 su Instagram. Il blog lo aggiorniamo attorno al 15 del mese, ma quest’anno il 15 cade di sabato, quindi il nostro articolo “La parola allo psicologo: come il gioco forma adulti consapevoli” lo pubblico il 17 (un altro ragionamento potrebbe essere “pubblico il secondo lunedì del mese”) e lo rilancio su fb il 19 febbraio. Siccome nell’articolo ho embeddato anche una video intervista, la carico su Facebook il 28 febbraio, perché non tutti avranno visto (o cliccato) l’articolo.

Creare un calendario editoriale con le giornate mondiali

Rimangono 14 post su Facebook e 12 su Instagram. A questo punto vado a vedermi le giornate mondiali – ricorrenze – feste comandate – ecc. Toh, il 7 febbraio è la giornata contro il bullismo: ehi, c’è quello studio scientifico dell’università di Trambacche che dimostra che se giochi con gli orsi di peluche hai meno possibilità di diventare un bullo. Direi che è il momento di tirarlo fuori! L’11 febbraio, invece, è la giornata delle donne nella scienza. Mmm, direi che non ti serve, scienza e orsacchiotti non si sposano benissimo, ma non voglio porre limiti alla tua creatività (sappimi dire!), e idem per il 12 (Darwin day: che ne diresti di ampliare la produzione alle scimmie color glicine?). Il 14 però è San Valentino, e direi che ci sono molte ragazze romantiche che sognano di ricevere dal loro uomo un orsacchiotto color glicine, quindi attorno a inizio febbraio ti consiglio di metterli in promozione, anche se quello non è il tuo target primario. Poi potrai postare su Instagram 2/3 foto di fidanzate contente (nel pacchetto metti un foglietto con l’hashtag di riferimento) e la più bella mettila anche su Facebook. Il 17 febbraio è la festa del gatto nero. Naturalmente tu non produci gatti neri, ma il tuo target ama probabilmente i gatti: che ne dici di una bella foto, in doppio formato per Facebook e Ig, con un gatto nero assieme agli orsetti?

Come vedi, solo con le giornate mondiali/nazionali/di quartiere ti vanno via 4 contenuti per Facebook e altri 4 per Instagram. Rimangono 10 post su Facebook e 8 per Instagram. Questi ultimi te li gestisci presentando Gino e Pino, gli operai che con tanto amore attaccano le orecchie agli orsetti (2 foto ritratto e una macro delle loro mani che cuciono le orecchie dell’orso, messe indicativamente a inizio, metà e fine mese). Le altre cinque foto saranno dei bimbi felici (mi raccomando, per usare le foto che le mamme hanno scattato devi chiedere loro la liberatoria [sì, ogni volta, capisci perché ti serve un social media manager?]), dei pacchi in partenza per la famosa promo di San Valentino e di un orologio che dice che la promo sta per scadere. E anche Instagram è a posto.

Creare un calendario editoriale con contenuti che interessano il target

L’altra volta abbiamo detto che non puoi parlare solo di orsetti color glicine, o la gente fugge dalla tua pagina. I 10 contenuti che ti avanzano per Facebook vanno pensati per il tuo target e slegati dal prodotto. Per esempio, il  27 febbraio è la giornata della lentezza. Purtroppo non produci bradipi di peluche, ma puoi parlare di quanto sia bello mettere in ordine i giocattoli dei bimbi con calma invece che con la frenesia di chi ha gente a cena. Durante la fase di studio del target, avrai identificato i problemi del tuo: uno di questi è non riuscire ad avere tempo per se stesse. Quindi via libera alla condivisione di link come

  • Come farsi la piega in 15 minuti
  • Cucinare mentre i bambini giocano
  • Come organizzare l’agenda della famiglia
  • Uomini che fanno le pulizie: esistono?

Dividi i contenuti nei giorni rimasti liberi. Non metterli sul 24 febbraio, però: è il compleanno di quella tua cliente che alla festa organizzata con le sue amiche ha regalato i tuoi orsetti a tutte quelle con figli. Ordine singolo di 300 euro: merita un pubblico post di auguri, con la storia di quell’episodio.
Perfetto, ora mancano solo 4 post.

Creare un calendario editoriale sfruttando anche l’attualità

Qui la fantasia comincia a scarseggiare ed è normalissimo. Io di solito lascio almeno due post liberi, perché dall’attualità salta sempre fuori qualcosa di interessante, e i social sono fatti apposta per essere aderenti all’attualità (cfr breaking news). Qualche esempio?

  • Cristiano Ronaldo regala un peluche a un suo tifoso. Grande idea, i peluche rendono i bambini felici
  • Al Royal baby cade l’orsacchiotto in una pozzanghera: ecco come smacchiarlo

Tip: Quando si parla di attualità, bisogna stare attenti agli scivoloni, pozzanghere a parte. Se un serial killer confessa 3 delitti e dice che gli è mancato l’amore da piccolo, non puoi dire che bastava che comprasse i tuoi orsetti. E se Cristiano Ronaldo fosse andato in un ospedale pediatrico a regalare orsetti, non sarebbe stato il caso di sfruttare per i tuoi social questa buona azione. Quando pubblichi un post, devi sempre pensare alla reazione della pigna in culo della vicina di una persona un po’ suscettibile, perché sui social la tendenza è prendersela per qualsiasi cosa. Ah, l’attualità deve essere aderente a ciò che vendi: non ha senso cavalcare l’attualità e seguire gli argomenti più dibattuti perché non sei un quotidiano ma un venditore. Però è anche vero che più curioso sei più contenuti riesci a creare, e più l’associazione tra attualità e business diventa gradevolmente elastica.

Rimangono due post. Riprendi in mano il tuo studio del target, e scopri che al tuo interessa molto l’arredamento. Perché non suggerisci  come decorare la tavola per San Valentino? Così hai anche l’occasione per ribadire, en passant, che gli orsetti sono in promozione.  Per finire (ormai sei una specie di fantasma che brama un panino e/o un letto), puoi giocarti un evergreen: un sondaggio su Sanremo (altro eventone di Febbraio). Magari non è un interesse vitale del tuo target, ma in questi casi giocandosela sui grandi numeri non si sbaglia mai. Se invece la musica proprio non ti piace, giocati un meme sulle casalinghe disperate, e cerca di gestire la furia delle femministe meno ironiche.

Osservazioni

Alla fine di questo processo (che a me prende una giornata piena, a volte anche due), hai un’idea precisa dei contenuti che pubblicherai nei singoli giorni, e puoi anche cominciare a… scriverli e programmarli! Proprio così, il lavoro è appena cominciato, e tu sei già stanco morto. È normale: solo per creare il calendario editoriale di un’attività farlocca come ho fatto in questo post (quindi senza analisi del target, dei materiali disponibili e via dicendo), io che lo faccio di mestiere ho impiegato più di due ore. Sia chiaro: creare un calendario editoriale per i social da soli non è impossibile, e sono sicura che puoi farlo. Ma quanto tempo (e quindi soldi) perdi? Non sarebbe meglio dedicarti a questioni più attinenti al tuo business rispetto al marketing? È per questo motivo che io consiglio sempre di rivolgersi a un esperto, o quantomeno di chiarire i punti di partenza e gli obiettivi con un servizio come Brand in frac. Se invece non hai un volume d’affari ancora consolidato, e quindi ti avanza tempo, puoi studiare tranquillamente e metterti d’impegno per fare da solo, anche perché questa è una parte abbastanza creativa: ti divertirai! Ah, quando avrai preso la mano potrai anche creare il tuo piano editoriale per i social di settimana in settimana: lavorare sul mese serve solo a noi socialmediacosi se dobbiamo mandare i contenuti in approvazione e a chi è all’inizio e non ha ancora la costanza per farlo settimanalmente.

Ehi, lo sai che stiamo quasi per finire la serie sul piano editoriale? Farò il punto in newsletter, perché vedo che è un argomento che interessa molto! Se poi vuoi rimanere in contatto con me, c’è anche MiniGoethe, il mio Chatbot che ti aggiorna sulle novità del marketing e puoi trovarmi anche su Instagram, più o meno 4 volte a settimana!