Ha senso creare un piano editoriale annuale? Sì. Troppo spesso mi sento dire che se si ragiona in chiave annuale, poi gli inevitabili imprevisti spiazzeranno. In realtà gli imprevisti spiazzano molto di più quando non c’è una pianificazione di base: se sai qual è la tua direzione, fare piccole modifiche in corso d’opera diventa molto più sostenibile, e io ne sono la prova!

Questo vuol dire che nel piano editoriale annuale devo inserire nel dettaglio tutto ciò che pubblicherò nel corso dell’anno? Ovviamente no, anche perché fare la ricerca di hashtag e parole chiave per 52 articoli del blog e più di 200 foto per instagram scoraggerebbe anche Stakanov. Nel piano editoriale annuale devi inserire i tuoi macroargomenti.

Come scegliere i macroargomenti per il piano editoriale annuale?

Qui entra in gioco il piano marketing di cui parlavo l’altra volta. Se hai deciso di vendere orsacchiotti color glicine, non ha senso parlare di bambole. Potrai produrre degli articoli che parlano dei sondaggi sulla felicità dei bambini che posseggono orsetti di peluche, uno che dice che il glicine è il color pantone duemilaecredici, una foto che ritrae l’orecchio color glicine prima del lancio degli orsacchiotti e che dice “stay tuned”. Questo lo deciderai in un secondo momento, ma quello che puoi fare adesso è un elenco di questo tenore:

  • Blog: post sugli orsetti in generale
  • Story ig: dietro le quinte della produzione
  • YouTube: intervista a uno psicologo infantile che parla dei peluche
  • Foto ig: serie di particolari degli orsetti che creino attesa per il lancio dei suddetti
  • Blog: post sul perché è importante il gioco per i bambini
  • Newsletter: mail con offerta lancio in anteprima per l’acquisto

Il tutto, per il numero di contenuti che hai deciso di pubblicare. Esempio? 200 post su Instagram, di cui 30 sugli orsacchiotti, 20 sugli operai in fabbrica, 30 grafiche con le offerte, 40 su altri giocattoli e così via. Più il numero dei contenuti è basso, più questo elenco va fatto nel dettaglio. Per esempio, se decidi di aggiornare il blog solo una volta al mese hai 12 contenuti da giocarti, e quindi devono essere il più definiti possibile. Se invece aggiorni Instagram ogni giorno, non puoi parlare solo di orsacchiotti color glicine, perché altrimenti perdi tutti i clienti che odiano quel colore o quel tipo di gioco. Potrai mettere ogni tanto un post sulle bambole, uno sui trenini a vapore finti e, se la tua strategia lo prevede, anche una tazzina di caffè che tira tantissimo. L’importante è che la maggior parte dei contenuti rimandi al tuo obiettivo principale: vendere gli orsacchiotti color glicine e magari diventare il punto di riferimento in quel mercato.

E se ci sono imprevisti?

Gli imprevisti ci sono sempre. Ovviamente dovrai decidere come adeguare il piano editoriale caso per caso (ti serve un consulente?): se hai già prodotto gli orsacchiotti e l’influencer di riferimento dei puericultori dice che un bambino troppo esposto al color glicine rischia di diventare un serial killer, non puoi pensare di ritirare dal commercio il tuo prodotto di punta. Ti conviene mandare a quel paese l’intervista allo psicologo che avevi inserito nel piano editoriale e prenderti un altro puericultore che dal tuo canale YouTube spiega a tutti i genitori all’ascolto che l’esposizione al color glicine durante l’infanzia non fa diventare serial killer ma permette viceversa di avere successo nella vita. Aver creato un piano editoriale in precedenza ti aiuta proprio ad avere una visione globale in modo da poterlo ricalibrare all’occorrenza.

Come ho ricalibrato il piano editoriale annuale

Ti faccio un esempio personale. Come sai se mi segui da molto, io credo molto in sito/blog/newsletter, ovvero tutti quegli strumenti proprietario che ti permettono di avere il controllo di ciò che pubblichi. Così avevo pensato di lanciare, a fine estate, un servizio di consulenza per strutturare un blog vincente, e avevo preparato una serie di contenuti, alcuni dei quali, per esempio, si riferivano alla costanza necessaria per tenere un blog di successo.

Ad un certo punto, però, mi sono accorta che il mio target era ancora molto legato a Instagram, che senza dubbio ha alcuni vantaggi rispetto al blog: è più rapido, permette un rapporto più stretto con la tua audience e tutto quel fioccare di cuoricini satolla il nostro ego. Non ho dovuto rifare tutto da zero, ho semplicemente declinato i miei contenuti su un media diverso (Instagram, appunto!). Il lavoro mentale e la calendarizzazione precedente sono rimasti, ho fatto solo dei piccoli aggiustamenti, e alla fine è andata bene. Senza il piano editoriale annuale, forse non mi sarei nemmeno accorta che il mio target non sentiva ancora in modo pressante la necessità di un canale proprietario, e sarei andata avanti a tentoni.

Allora, ti ho convinto della necessità di un piano editoriale annuale? Hai già presente che cosa intendi fare l’anno prossimo? Ti ricordo che se stai procedendo a tentoni, con Brand in Frac possiamo studiare insieme il tuo piano editoriale, capire quali social usare e con quali obiettivi e darti la bussola per creare i tuoi contenuti. Siccome ci saranno altri articoli sul piano editoriale, ti consiglio anche di iscriverti alla newsletter e agli aggiornamenti del blog, in modo da non perderti i prossimi contenuti! Se invece vuoi sentirmi disquisire di orsacchiotti color glicine più spesso, mi trovi quasi quotidianamente su Instagram!