Chiudo la pagina Facebook di Pivanelsacco. Martedì ti ho spiegato in modo scherzoso perché ho tutta l’intenzione di farlo, ma ora volevo un attimo uscire da quella metafora e dirti meglio perché ho preso questa decisione.
La pagina Facebook la chiuderò a breve (cioè quando l’algoritmo smetterà di pompare il numero di persone che raggiungo con i post per illudermi che Facebook mi può servire a qualcosa), perché per ora, anche a investimento zero, qualche contatto su questo sito me lo manda. Ma quando Facebook completerà la sua transizione, con la mia base di engagement (pagina più profilo personale) i miei post raggiungeranno a stento le 1500 persone. Quando ciò accadrà, me ne andrò, nel senso che non la aggiornerò più (tocca tenerla perché altrimenti Instagram si indispone).
La pagina Facebook allora non serve?
Vorrei però fare una precisazione: ben lungi da me dire che Facebook è inutile, perché rimane anzi un ottimo modo per promuoversi, a patto di mettere in preventivo un grosso budget per lo scopo (lo stesso che una volta si usava per la pubblicità sui quotidiani e per le affissioni, solo che Facebook funziona meglio perché fa vedere gli annunci solo al tuo target: massimo rendimento e minimo sforzo). Il problema è che ci hanno abituati a pensare che se non hai la tua pagina Facebook non sei un buon brand/freelance. Così non è: nessuno ci obbliga a stare su Facebook, e se scegliamo di starci facciamolo bene, con investimenti consoni (del resto non è che un panettiere deve svenarsi per pagarsi la pubblicità sui giornali: lo fa solo se il ritorno economico è superiore alle perdite. Ora come ora, per ottenere questo, l’investimento in sponsorizzazioni deve essere più congruo anche su Facebook che, ricordiamolo, non fa beneficienza alle piccole e medie imprese).
Personalmente, oltretutto, la mia priorità attuale è consolidarmi come freelance, e soprattutto sviluppare il business che ho in mente. Quindi i soldi preferisco investirli in formazione, piuttosto che in pubblicità. Non è detto che sarà sempre così, e infatti la pagina non è cancellata in toto, ma solo messa in pausa. Ecco, più nel dettaglio, le mie motivazioni.
Perché chiudo?
- La maggioranza dei potenziali clienti mi è sempre arrivata da Instagram e da questo sito, non da Facebook
- Prima, con un budget minimo, riuscivo a convertire gli utenti di Facebook in iscritti agli aggiornamenti del sito (vale a dire che passavano da vaghi simpatizzanti a fan coinvolti). Ora se investo 20 euro al mese sulla pagina Facebook mi ride in faccia
- Da un po’ una marmaglia di sedicenti social media manager/strategist/motivatori/selfmadeimprenditor (!) hanno cominciato a spendere e spandere per promuovere la loro pagina Facebook (e vendere). Vedo più i loro annunci che quelli delle pagine serie a cui ho già messo il like (il che mi fa pensare che l’algoritmo sia perfettibile). Certo, hanno fior fior di commenti negativi sotto i post sponsorizzati, ma penso che il rischio, finché non passerà questa moda, sia quello di essere assimilati a questi loschi figuri anche se fai un buon lavoro, perché a uno sguardo superficiale i tuoi annunci possono sembrare uguali ai loro. Per ora, quindi, preferisco starne fuori finché non falliranno tutti costoro e si tornerà alla sanità di mente
- Mi piace fare le cose fatte bene, soprattutto nel lavoro. Ai potenziali clienti dico sempre che sulla pagina Facebook ci si deve stare almeno un’ora al giorno; io sulla mia faticavo ad arrivare alle quattro ore a settimana. Ecco, ad un certo punto ho pensato che se lavorassi per le pagine dei clienti come lavoro per la mia, questi avrebbero tutto il diritto di licenziarmi. Pertanto mi licenzio da sola
Conclusioni
Ti saprò dire se le cose dovessero cambiare, ma al momento il mio consiglio, se me lo dovessi chiedere, sarebbe questo: “Ti serve davvero una pagina Facebook? Non rischia di essere un mostro mangiasoldi che non ti dà nulla in cambio?”. Ripeto: non è detto che sia così per tutti, anzi. Ma quando mi sono posta questa domanda, la risposta è stata sì. Quindi, cara pagina Facebook, è stato bello finché è durato. Ci vediamo. Forse. Chissà.
PS: Cari affezionati, non disperate: potete continuare a seguirmi su Instagram, non vi abbandono!
AGGIORNAMENTO: alla fine la pagina Facebook l’ho riaperta: in questo articolo spiego perché
Non sono una strategist, manager, influencer, niente di tutto ciò! Soltanto una sommelier ma condivido appieno questo tuo articolo. Sapere che qualcuno ha impressioni/pensieri simili ai miei, mi rincuora.
Ciao Alessandra! Sono contenta di averti rincuorato, tanto più che questi non sono pensieri, ma analisi di statistiche e dati di fatto :)