Farsi pagare senza dover inseguire i clienti è un nodo cruciale per chi decide di diventare freelance. Per questo ho deciso di affrontare la questione in una mini rubrica, perché due volte sono incappata anche io in quella creatura mitologica e gastritifera che è il Cliente Che Non Paga.

Il contratto: la base del rapporto di lavoro

Il consiglio più importante che posso darti è non muovere nemmeno l’unghia del mignolo sinistro senza un contratto. MAI. Non esistono urgenze, non esistono clienti fedeli, non esistono eccezioni. Io penso che ben pochi partano con l’idea di non pagare il libero professionista. Penso che lo facciano perché il freelance dà loro il margine per farlo. Quindi in definitiva farsi pagare non è difficile, basta evitare di mettere il cliente nella posizione di poterlo non fare.

Contratto e firme per farsi pagare

Vale anche la pena di investire in una consulenza per la creazione di un contratto tipo, perché se malauguratamente si finisse in tribunale (ma se fai le cose fatte bene è rarissimo) un bravo avvocato può attaccarsi a ogni cavillo per dimostrare che il contratto che il cliente ha firmato non è valido. Non arrivo a consigliare di ufficializzare ogni contratto, ma mi pare utile rilevare che le uniche firme valide in caso di diatriba sono solo quelle fisiche o la firma digitale (che consiglio ai freelance di comprare, anche perché se mai vi capiterà di dover fare una fattura elettronica non c’e altro modo per inviarla). Se fai una scansione di un contratto o la ricevi, invece, il contratto stesso potrebbe non essere riconosciuto in tribunale.

So cosa stai pensando: “Ma se ho un cliente che mi ha sempre pagato nei tempi e si è dimostrato corretto, non posso fare un’eccezione?”. NO. Cosa avevamo detto? NESSUNA ECCEZIONE se vuoi farti pagare (anche perché io stessa ho consigliato Sette modi per non pagare un professionista)

farsi-pagare

Un aneddoto

Ti racconto una storia triste: collaboravo con la cliente da tempo, e mi aveva sempre pagato senza mai ritardare (col contratto firmato). Un pomeriggio mi chiama disperata. Aveva bisogno di una brochure a sei ante entro due giorni. “Ti do quello che vuoi, ma fammela”. Io ero fuori città, e lei non aveva la firma elettronica. Così, mi sono messa una mano sul cuore, sono stata 48 ore sveglia e le ho scritto la costosissima brochure. Costosissima in teoria, perché quando ho mandato la fattura, la cliente, molto piccata, mi disse che nemmeno avevo avuto la delicatezza di chiedere se l’aveva usata, e siccome non l’aveva usata non era tenuta a pagarmi.

Anche se non l’avesse usata, ovviamente, non era una buona scusa per non pagare, ma io avevo anche il testimone pronto a giurare in tribunale che l’aveva usata eccome. Nonostante questo, però, avevo le mani legate: non essendoci un contratto, potevo anche averle fatto la brochure per un originale hobby, e nessun giudice mi avrebbe potuto dare ragione, pur sapendo in cuor suo che ce l’avevo. A parte mandarle pensieri vodoo (che però devono aver funzionato visto che il suo negozio è sempre vuoto) non ho potuto quindi fare altro.

Il consiglio migliore per farsi pagare

Per questo il consiglio più sentito che posso darti è: non fare eccezioni, MAI. Ok, potresti perdere un paio di clienti, ma come dicevo ho la ferma convinzione che saranno proprio quei clienti che se ne approfitterebbero la prima volta che ti troveresti a lavorare senza contratto. E, una volta pagato l’affitto, trovo che sia molto meglio puntare alla qualità dei clienti, piuttosto che alla quantità.

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