Il dissenso sembra fatto apposta per dilagare sui social network. Ne ho parlato varie volte, illustrando la fenomenologia dei troll, spiegando perché sui social bisogna andarci piano, dando dei consigli per difendersi dai leoni da tastiera.
Facciamo il punto sulla gestione del dissenso
Tuttavia nel tempo, la mia visione del dibattito sui social si è radicalizzata, quindi volevo fare il punto e dare qualche dritta a chi usa i social al di fuori del lavoro. Preciso che tutto ciò che scrivo deriva dalla mia esperienza personale ed è un punto di vista come un altro (magari un po’ più esasperato, visto che sui social ci sto anche 10 ore al giorno, e devo anche gestire il dissenso verso i clienti che seguo), e che non voglio imporre a nessuno la mia visione. In ogni caso, la motiverò a dovere, poi ognuno potrà agire come crede.
Litigare sui social è inutile
Partiamo da un mio personale assioma: qualsiasi seria discussione su facebook è inutile. A tutti noi può venire voglia di esprimere il nostro punto di vista su un argomento importante, perché siamo umani e vorremmo un mondo migliore (un mondo cioè dove quei quattro brocchi che la pensano diversamente da noi si convincano che abbiamo ragione). A questo punto, però, possono accadere tre cose:
- L’utente è d’accordo con noi. Perfetto. Non c’è dissenso, non bisogna gestirlo. Purtroppo, però, la situazione globale non è cambiata di una virgola
- L’utente non è d’accordo con noi, ma è civile. Noi esporremo le nostre ragioni, lui le sue. Nella migliore delle ipotesi, entrambi potremo convenire sul fatto che c’è del vero in ciò che l’interlocutore dice, ma molto difficilmente cambieremo idea. Purtroppo, quindi, la situazione globale non è cambiata di una virgola
- L’utente non è d’accordo con noi, ci aggredisce, ci fa arrabbiare, e parte una lotta all’ultimo sangue, dove potremmo perdere la lucidità e dare una pessima impressione a chi ci legge. Purtroppo, quindi, la situazione globale non è cambiata di una virgola, mentre la nostra situazione personale sì: abbiamo fatto una brutta figura e/o ci è venuta la gastrite
Stare zitti in caso di dissenso: come si fa?
A questo punto, l’ideale sarebbe non interagire quando siamo di fronte a un contenuto serio (aborto, politica, eutanasia e via dicendo). Io stessa, però, faccio molto fatica a razzolare bene in questo senso. Tuttavia, finché non sarò abbastanza zen per evitare di commentare un post quando qualcuno esterna le sue corbellerie, ho trovato una tattica infallibile prima di impelagarmi in discussioni inutili e succhiatempo: esprimo la mia opinione, metto il like a chi è d’accordo, ignoro chi non è d’accordo (a meno che non mi ponga in modo civile domande specifiche) e al primo commento aggressivo disattivo le notifiche del post. A quel punto la persona che mi aggredisce smette di esistere.
Il dialogo è sopravvalutato
Qualcuno potrebbe dire che rifiuto il dialogo, ma vi garantisco (e la psicologia mi dà ragione) che dialogare con persone passivo-aggressive è impossibile, nella vita come sui social. Siccome sul lavoro capiterà sicuramente di doverlo fare per forza, almeno risparmiamocelo sui social. Ecco i benefici che ottengo con la mia ormai collaudata strategia anti dissenso:
- Tanto tempo libero
- Risparmio sul Maalox
- Sicuramente li faccio arrabbiare, perché per i passivo-aggressivi essere ignorati è un affronto
- Evito di farmi prendere la mano e rischiare una denuncia (o di fare una pessima figura, magari di fronte a possibili clienti)
- L’”interlocutore” si accanisce, facendo una pessima figura con i posteri (e magari con i potenziali clienti)
Se volete un social meno litigioso, non smetterò mai di consigliare Instagram
Se non vi ho convinto, magari riuscite a farmi cambiare idea voi: raccontatemi di un caso in cui discutere sui social ha portato a un miglioramento della vostra vita o magari della situazione globale. Giuro che questa volta non disattiverò le notifiche!
Non posso che essere d’accordo con te. Ed è vero l psicologi ti da proprio ragione :)
Grazie mille Sabrina! Non sapevo che lo dicessero anche gli psicologi, ma sono proprio contenta di essere sulla stessa linea: in fin dei conti il loro lavoro è quello di farci stare meglio!
Mi ricorda tanto il comportamento di Virgilio nella Divina Commedia di Dante
Inferno, Canto III, vv. 49-51
“Fama di lor il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna,
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
Proprio così! Poi è facile cascarci, l’importante è rendersi conto che discutere con determinate persone non ha senso. A quel punto ogni nostra “caduta” diventa l’occasione per imparare a non rifarlo :)