La storia del piano editoriale fluido ha un po’ rotto le scatole. Ed è anche uno dei lati positivi dell’essere freelance: se ne vuoi uno, salvo rare eccezioni, potrei non essere la professionista che fa per te. Ma partiamo dal principio.

Cosa si intende per piano editoriale fluido?

È il piano editoriale tipico delle testate giornalistiche. Una testata giornalistica, infatti, deve più o meno essere legata all’attualità. Creare un piano editoriale mensile non ha senso (non parliamo poi di uno annuale!), a meno che, appunto, non sia fluido. Verranno individuati degli argomenti fissi e immancabili (eventi in città, giornate mondiali, ricorrenze…) e poi, a seconda di ciò che accade nel mondo (o nella città, nel caso di testate locali) verranno poi assegnati altri argomenti da trattare settimanalmente (ma anche giornalmente, per la gioia dei collaboratori sottopagati e della loro vita sociale appesa a un filo).

Perché per le testate giornalistiche ha senso un piano editoriale fluido? Perché il target se lo aspetta. Se leggo un giornale o un sito di news, di sicuro non mi aspetto che parli solo di giornate mondiali. Quando però parliamo di piano editoriale per il business, le cose cambiano.

piano editoriale fluido

Come capire se ti serve un piano editoriale fluido

La prima domanda che devi farti è: “Quant’è legato all’attualità il mio business?”. A meno che la risposta non sia “tantissimo”, lascia stare. Tra l’altro, molto spesso, le persone percepiscono il loro business molto più legato all’attualità di quanto in realtà non sia. È normale: i cambiamenti ci spiazzano, e quindi li riteniamo più grandi di quanto non siano. Facciamo un esempio pratico: i commercialisti. Loro ritengono di aver bisogno di un piano editoriale fluido perché le leggi cambiano di continuo. Il loro business è effettivamente legato all’attualità, dovrebbero leggere il Sole, informarsi costantemente sulle nuove leggi e via dicendo. Ma questo deve riflettersi sulla comunicazione? Sì, ma solo fino a un certo punto.

Ci sono delle novità che possono effettivamente interessare il target di un commercialista (fatture elettroniche, scontrini elettronici, detrazioni che cambiano e via dicendo). Tra l’altro per gli addetti ai lavori sono nell’aria molto prima di quando entrano effettivamente in vigore, quindi si possono pianificare in anticipo e ciaociao fluidità. Orientativamente, quindi, il commercialista sa che tra la fine dell’anno in corso e l’inizio dell’anno dopo deve riservare due o tre post alle novità legate alla legge finanziaria. Questo non vuol dire avere un piano editoriale fluido: quei tre post sono già programmati, bisogna solo identificare l’argomento.

A un business fluido non corrisponde una comunicazione fluida

Siamo in Italia, le leggi cambiano in continuazione. Anche i social cambiano in continuazione. Anche il tempo cambia in continuazione. Ma ha davvero senso rincorrere (e parlare) di tutti questi cambiamenti? Torniamo al commercialista. Esce la finanziaria, e lì ne deve parlare, perché spesso le modifiche riguardano direttamente il target che lo segue. Poi però durante l’anno usciranno anche delle direttive per la compilazione della dichiarazione dei redditi. Ha senso parlarne? Probabilmente no, perché se sei un commercialista il tuo target non compilerà la dichiarazione dei redditi da solo.

Per un social media strategist è la stessa cosa: a meno che non sia iperspecializzato (e tratti solo un social, in tutte le sue sfumature) non ha senso parlare di tutte le millemila modifiche che Mark si sogna di notte. Deve conoscerle, questo sì, per creare una strategia sensata. Quello che non ha senso è prendersi la briga di scrivere un post mensile con tutte le novità. Certo, al target potrebbe interessare. Ma intanto dopo un mese molte novità saranno già vecchie, e poi l’articolo stesso diventa vecchio nel momento stesso in cui lo pubblichi: a Google non piacerà, e nemmeno al target, se è già informato. A uno sforzo considerevole, quindi, non corrisponde un grosso vantaggio.

Fino ad ora ho parlato del piano editoriale in generale. Naturalmente se parliamo di social il discorso è un po’ diverso, ma meno di quanto potresti pensare. Dedicherò un post anche a questo, quindi se vuoi leggerlo appena esce ti consiglio di iscriverti agli aggiornamenti del blog (e anche alla newsletter già che ci sei!). Se vuoi intanto dare un’occhiata agli argomenti che tratto sui social, mi trovi su Facebook e su Instagram!