I superpoteri di un freelance sono tantissimi: vivere senza mangiare, arrivare integro a fine mese e riuscire a pagare le tasse sono alcuni di questi. Ma ad un certo punto, anche il freelance più motivato deve alzare le braccia e arrendersi: certi poteri non glieli hanno dati. Anche perché. detto fra noi, se dovessi scegliere un superpotere sarebbe quello di guadagnare fatturando a me stessa e non quelli che vanno cercando i clienti là fuori. Quali sono i superpoteri di cui un freelance è sprovvisto ma che vengono dati per scontati dal cliente medio? Ho scritto questo post perché diventasse un’iniezione di realismo per quei clienti o aspiranti tali che hanno letto troppi fumetti e hanno poi perso il contatto con la realtà. Per farlo ho raccolto vari aneddoti, la maggior parte dei quali non sono miei: ho improntato la mia comunicazione in modo da attrarre persone con il mio stesso sistema di valori, che non cercano il “tutto e subito” ma che vedono la comunicazione come un lavoro sempre in divenire, quindi ciò che leggerai deriva in parte dai racconti di un gruppo di brave persone che mi hanno contattato su mia richiesta facebook e Instagram quando ho posto loro la domanda, e poi ce n’è qualcuno mio personale che riguarda alcuni clienti che mi sono arrivati tramite agenzia (e che quindi non sapevano niente del “senza fretta ma senza sosta”). Questo post potrebbe (anzi, dovrebbe!) farti sorridere, ma anche ricatapultare le persone nel mondo reale senza passare dal via. Ecco qui, quindi, la lista di superpoteri che noi freelance non abbiamo.

  1. Non possiamo teletrasportarci, né essere in due posti contemporaneamente
    Ok, abbiamo un contratto. Probabilmente questo contratto prevede alcune riunioni definite “concordate” proprio perché giorno e ora dovrebbero andare bene sia al freelance sia al cliente. Una riunione fissata dal cliente via email la sera prima non è “concordata”, a meno che il cliente non abbia ricevuto una risposta affermativa (qui più che di superpoteri parliamo di semantica). Ah, se dobbiamo scattare foto al tuo evento delle 17 non possiamo essere nel tuo ufficio distaccato alle 16.50 per capire che tipo di foto ti piacerebbero (ma se l’evento è tuo, forse nell’ufficio distaccato non ci dovresti stare nemmeno tu!). Se ci proponi un appuntamento non telefonico alle 15 e noi ti diciamo che abbiamo una call di un’ora alle 14 tu non puoi rispondere “Ah, perfetto”, perché non possiamo fare la call seduti sul tuo wc (specie se è una skypecall) per poi fiondarci nel tuo ufficio per la riunione. Telefoneremo dal bagno solo quando e se avremo un amante, come tutte le persone normali.
  2. Non possiamo tornare indietro nel tempo
    Lo sappiamo, il lavoro che vuoi ti serve sempre “per ieri”. Ma non è possibile, indipendentemente da quanti soldi ci dai. Anche “per domani” potrebbe essere un problema, perché se siamo bravi tu non sei di sicuro il nostro unico cliente, e prima di te probabilmente c’erano già altre persone che si sono pazientemente messe in fila come al banco salumi. “E allora me ne vado!” dirai tu. Sicuramente ci dispiace, ma tendiamo comunque a preferire la gente che prende il bigliettino e aspetta con pazienza il salame più buono.
  3. Non sappiamo leggere nel pensiero
    Tu magari leggi “consulente di comunicazione” (o grafico, o architetto, o webdesigner) e pensi che sapremo risolvere il tuo problema. Il guaio è che non sai quale sia questo problema. Senti una sensazione di disagio generalizzata legata al tuo brand, ma non sai cosa riguarda. In effetti, invece che un consulente di comunicazione avevi pensato di chiamare un grafico, perché anche la grafica del sito non ti piace. Perché, ti chiediamo. Non lo sai. “Ma forse – aggiungi – dovevo chiedere a un webdeveloper e non a te, che dici?” “Chiedere che cosa, esattamente?” Non lo sai.
    Con alcuni di questi elementi ci dispiace non avere il superpotere della lettura del pensiero, perché li vedi in difficoltà e magari sono delle ottime persone, ma non puoi dargli una mano se non sanno perché sono venuti da te. Altri invece si innervosiscono quando cominci a fargli domande, fino all’epica risposta “Il professionista sei tu e dovresti sapere come aiutarmi!” A quel punto ci verrebbe da fargli notare che gli unici freelance che possono risolvere un problema esistenziale vago e indefinito sono gli psicologi.
  4. I miracoli li lasciamo alle divinità
    Hai un negozio in centro in cui non viene nessuno al punto che la maniglia avrebbe le ragnatele se non ci entrassi tu ogni giorno? Il marketing non è la panacea. Purtroppo eravamo assenti alla lezione che spiegava come trasformare la paglia in oro e una promozione Facebook da 10 euro in 15 clienti paganti, ma corre voce che quella lezione non ci sia mai stata. Se la tua attività è davvero in crisi ci dispiace, ma sappi che il marketing non è la soluzione: ti conviene rivolgerti a un bravo consulente business che, con un lavoro strutturato di cui il marketing è solo una parte, di solito quella finale, cercherà di capire se e come si può salvare la baracca. Ah, questo consulente si aspetta di essere pagato, perché anche lui non sapeva nulla della lezione tenuta da Re Mida.
  5. Non sappiamo creare cose dal nulla
    Probabilmente quando lavoreremo con te ci serviranno dei materiali: codici colore, fotografie, il template di un sito, oggetti da fotografare. Se non li abbiamo entro la data indicata nel contratto, non possiamo metterci a lavorare. E sì, l’anticipo ce lo teniamo lo stesso, perché è pensato proprio per quelli che occupano abusivamente la nostra agenda senza metterci nelle condizioni di fare un buon lavoro nè di prendere impegni con clienti meno pressapochisti. Idem se vuoi dei gadget/disegni/altro personalizzati ma per privacy non ci vuoi dire i nomi degli sposi (questo di non rivelare i nomi dei committenti anche quando è fondamentale [per esempio in un servizio di interpretariato in cui quantomeno devi imparare come si pronunciano] è un aneddoto che inaspettatamente mi è stato proposto in varie forme, facendomi pensare che il GDPR ha veramente generato mostri. Pare che alcuni si rifiutino addirittura di diffondere il loro indirizzo per la fattura perché altrimenti la privacy dove va a finire? Ai commercialisti che ti fatturano la ricerca del dato piace questo elemento).
  6. Non possiamo velocizzare il tempo
    Se lo potessimo fare avremmo brevettato il sistema e lo avremmo rivenduto a tutti quei mariti malcapitati che devono andare a pranzo dalla suocera ogni domenica. Quindi se oggi apri il tuo profilo Instagram, non chiederci un report sulle promozioni dopodomani. Se sei il tizio del punto 3. e hai finalmente capito che ti serve una nuova identità visiva, non pensare che il grafico te la possa costruire in tre giorni (vedi anche punto 5.). Se ti costruiamo il sito oggi, fidati: domani non sarà su Google. E se stiamo lavorando sui tuoi profili social da tre settimane con zero budget di sponsorizzazione per i contenuti, tu puoi anche cacciarci via perché nessuno è venuto al tuo evento (non sponsorizzato), ma la figuraccia la fai tu. E siccome siamo molto loquaci sui clienti pazzi, ci sono ottime probabilità che poi potrai lavorare solo con il cugggino, perché noi gli spritz con i colleghi ce li beviamo. Anche se non possiamo moltiplicarli quando arrivano sul tavolo.

Che dici, ho raccolto tutti gli aneddoti o ce ne sono degli altri? Se questi argomenti ti interessano, ti consiglio di iscriverti a Parole Caramellate, la mia newsletter dove parlo di freelance, di comunicazione e di Instagram (il mio profilo, lo trovi qui!). Adesso ti lascio, che tra cinque minuti ho la prossima call dal wc dell’ufficio del mio cliente!