Con l’autopromozione sui social, in particolare Facebook, qualcuno sta esagerando. Mi rendo conto che non siamo nell’Eldorado, e che non tutti hanno le risorse per pagare un social media manager che gestisca i profili, aziendali e non. Però, almeno per un’ora di consulenza qualche soldino lo potete tirare fuori, giusto per non fare troppi danni…

Siccome sono buona, ti spiego aggratis cosa è meglio fare (e soprattutto non fare) quando si comincia con l’autopromozione, perché ci sono delle azioni che si trasformano in un inconsapevole danno di reputazione molto difficile da scollarsi di dosso. Siamo proprio alle super basi, quelle per cui, secondo me, basterebbe il buon senso, ma se guardo la mia bacheca penso che forse lo sopravvaluto.
Oggi leggerai un post con alcune norme di comportamento generale, mentre nel prossimo post entrerò nel merito, facendo degli esempi specifici.

Autopromozione, le basi. Ma proprio basi eh!

I concetti base che bisogna tenere a mente quando si procede con l’autopromozione sui social sono che bisogna farlo generando il numero minore possibile di notifiche e che il tuo contatto deve sentirsi in qualche modo “speciale”.
Tieni presente che già l’invito a mettere like a una pagina è un gesto, per sua natura, invadente, seppur necessario a meno che tu non abbia un budget molto alto per la promozione dei post (e in quel caso, sarò di parte, io vti consiglio di assumere un buon social media manager che sappia ottenere il massimo dalla cifra che destinerai alla sponsorizzazione). Pensa a cosa succederebbe se cominciassi a mandare anche messaggi copia-incollati per ribadire l’invito: ti stai pericolosamente avvicinando alla soglia dello stalking.

autopromozione online

Altre cose che sconsiglio vivamente sono:

  • chiedere in privato commenti e condivisioni. La triste realtà dei social è che se si vuole si condivide e si commenta, altrimenti no. Che poi, sia chiaro, un post con commenti e condivisioni gira molto di più, e questo è innegabile. Ma è meglio una pagina che cresce con una decina di utenti a settimana di una che cresce più velocemente ma che viene registrata come “la pagina di quel rompiscatole”.
  • taggare il maggior numero di amici possibile nei post. In generale la regola dei tag è che bisogna usarli solo quando il post è strettamente connesso alla persona che si tagga.
  • commentare ogni post altrui, vagamente attinente alla tua attività, con call to action che mirano ad aumentare i tuoi clienti

Il danno che non si vede

Molti diranno che grazie a queste “manovre” hanno trovato clienti e contatti. Alcuni pensano che rispetto all’innegabile vantaggio (la vendita) il fastidio che prova la gente sui social sia solo un danno collaterale, ma così dimostrano di non avere alcuna lungimiranza. Le piccole perdite di reputazione sono incredibilmente sottovalutate nel mondo del web: se non c’è una grossa crisi, allora non conta – questo è il pensiero dominante.

In realtà questo ragionamento è un errore, sia per la percezione psicologica che la gente avrà del tuo brand, sia perché su ogni social è facilissimo segnalare lo spam, e molti, alla decima notifica non richiesta, lo fanno. Quindi rischi di trovarti un tangibile danno di visibilità nell’algoritmo solo per un tag in più. Siamo sicuri che convenga?

Come dicevo, a breve entrerò nello specifico: iscriviti alla newsletter se vuoi sapere in tempo reale quando uscirà il nuovo post e ti prometto che non ti taggherò su Facebook!