C’è un fraintendimento molto comune nel mio lavoro, e si può riassumere nella frase: “Il mio social media strategist non vende!”. Ora, i miei colleghi liquideranno questa frase con un “Banana!” oppure, in modo più articolato anche se meno fine, con un “e grazie al cazzo!”

Il social media strategist è un incapace?

Però questo sito non si rivolge solo ai miei colleghi, anzi, molti post si propongono di far comprendere il nostro lavoro a chi non lo fa, quindi mi piace l’idea di scrivere un breve post in proposito.
È già la terza volta che vengo contattata da potenziali clienti insoddisfatti del loro social media strategist “che non vende”, al punto che ne stanno contattando altri come appunto la sottoscritta. Poi la sottoscritta va a controllare i loro social e scopre che sono gestiti molto bene. Ok, magari qualcosa lo cambierei, ma nel complesso valuto il lavoro del collega ben fatto. A quel punto rispondo che sono troppo impegnata per seguirli, mangiandomi la lingua perché so che aprire una discussione sarebbe inutile e controproducente.

Vendere non è il nostro lavoro

Mi pare inopinabile il fatto che, quando si parla di lavoro, ognuno ha la sua mansione. A volte queste mansioni possono sovrapporsi e collegarsi, ma il focus è specifico.
Da una parte c’è il venditore, che nelle piccole aziende di solito è quello che si lamenta del social media strategist che non vende. La radice della parola dà già un primo indizio: il venditore è quello che deve vendere.

social media strategist

Uno dei modi (ma non certo l’unico) per aumentare le vendite, è quello di avere una comunicazione efficace, e qui entra in gioco il social media strategist. Anche se la conseguenza del suo operato potrebbe essere, auspicabilmente,  un aumento delle vendite, questo non è il suo compito primario. Non è stato assunto per vendere, ma per comunicare.

Cosa fa il social media strategist? Esempi concreti

  • Individua il budget necessario per l’attività promozionale (no, su fb non bastano 5 euro a settimana, ti ricordi quando spendevi centinaia di euro per un minuscolo trafiletto sul giornale?)
  • Fa in modo di raggiungere più gente possibile con i suoi annunci, sempre tenendo presente che i numeri contano fino a un certo punto, perché se raggiungo un milione di norvegesi e il mio cliente vende condizionatori capirai da te che mi conveniva piuttosto raggiungere 200 italiani che si lamentavano del caldo su fb
  • Pianifica i contenuti da postare, decidendo eventuali hashtag e menzioni. In altre parole, definisce il calendario editoriale

Ora, è vero che ci sono molti che non hanno studiato e si improvvisano social media strategist (di solito li riconosci perché, non avendo investito migliaia di euro in formazione, si fanno pagare pochetto), ma altrettanto spesso sono i clienti a cadere nell’equivoco social media strategist = venditore.

Perché non vendi abbastanza?

Vediamo, sempre a titolo esemplificativo ma non esaustivo, perché “il social media strategist non vende” anche se fa un ottimo lavoro

  • Gli hai messo a disposizione 50 euro al mese per la sponsorizzazione dei contenuti
  • Gli hai dato da gestire tutti i social anche se la tua presenza su tutti i social ha lo stesso senso di un libro di Kant letto alle elementari (se vuoi essere su tutti i social, ti consiglio questo articolo)
  • Non gli hai dato i mezzi per comunicare in modo attrattivo (esempio: foto di qualità, sito web moderno, possibilmente seo oriented, informazioni dettagliate sui prodotti)

Ultimo, ma non meno importante, esiste una triste possibilità: il tuo prodotto fa schifo. Dura lex, sed lex (e anche sad lex direi): un prodotto scadente non vende, nemmeno se arriva il social media strategist di Taffo.

Prima di cercare un altro professionista e farti un nemico giurato nel povero e malcapitato collega, consiglio quindi un esame di coscienza. Se ne esci pulito, puoi contattarmi tranquillamente, o, nell’attesa, venirmi a trovare su Instagram.