Quando si parla di sconti, mi corre sempre un brivido lungo la schiena. Devi sapere che io mi prendo anche due giorni pieni per scrivere un preventivo puntuale (meno per quelli stile “il prezzo può andare dai 1.000 ai 1.500 euro”), calcolando tutte le variabili del caso, per esempio tempo impiegato, tipologia di cliente, possibili controindicazioni. Il risultato sarà l’unico prezzo che proporrò al cliente. È la cifra più conveniente sia per me che per lui. Non avrò rincarato la cifra, perché facendolo avrei rischiato di perdere il cliente, e non intendo viceversa offrire sconti, perché andrei in perdita.
So che alcune persone gonfiano il preventivo in partenza, per poi poter offrire uno sconto, che agli italiani piace tanto e quindi si sentono più invogliati ad accettare il preventivo, ma questo non ha senso, sia perché come dicevo si rischia di perdere il cliente in partenza (legge il preventivo e sparisce, anche quando era un preventivo dettagliato e quindi a pagamento), sia perché così si svilisce la qualità del proprio lavoro.
Un aneddoto sugli sconti
L’aneddoto simpatico è che una volta ho curato una campagna elettorale e un compagno di lista del mio cliente mi ha malignamente detto che mi ero fatta pagare troppo poco, perché il mio omologo gli chiedeva il doppio. La mia risposta è stata: “La cifra che ho chiesto è quella giusta: forse sono più brava del tuo consulente e impiego meno a fare il lavoro, o forse lui fa più cose di me e tu non stai valutando abbastanza la qualità del suo lavoro”. La vicenda è provvisoriamente finita con questo signore che mi garantiva che l’omologo faceva le mie stesse identiche cose chiedendo il doppio, ma io ero serena con me stessa, perché sapevo che la cifra da me richiesta era quella giusta.
Mesi dopo per pura coincidenza ho incontrato l’omologo e, facendo la gnorri, gli ho chiesto quali voci aveva inserito in contratto per quella specifica campagna elettorale. Il maligno signore che sosteneva che io mi sottostimavo aveva ragione: le voci erano le stesse.
Peccato che una era “copertura degli eventi pubblici”. Il mio candidato ne aveva calendarizzato uno, il suo cinque.
La morale è una: fai il tuo prezzo, e fallo pensando a tutto. Se impieghi un’ora a editare una foto può essere perché non sei in grado di usare Photoshop (corso caldamente consigliato) o perché fai un editing da rivista patinata: il tuo aspirante cliente è libero di accettare o meno, ma quello è il prezzo giusto, e lo sarà a prescindere da quello che chiedono gli altri, quindi non fare sconti. Al limite puoi ragionare sul non offrire un editing da rivista patinata, ma sono del parere che rinunciare alla qualità solo per poter fare un prezzo più basso sia comunque un errore sul lungo termine. E comunque quando le persone dicono “l’altro fa lo stesso lavoro” nel 95% dei casi non è vero!
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Grazie, proprio un bell’aneddoto. Vale non solo per il campo della consulenza web!
Buon lavoro.
Se ne hai altri da raccontare, sai che sono sempre curiosa!