Il batching è uno degli argomenti più trattati da noi copy-cosi, e per questo motivo ho parafrasato il titolo di Non è un’altra stupida commedia americana. Sia chiaro, tutti i post che vengono scritti su come fare batching possono essere utilissimi, ma io voglio parlare qui di come non sia per forza questa manna dal cielo che tutti ti “vendono”.

Ma cos’è questo batching?

batching e le uova

A me ha sempre fatto pensare a un modo strano di cuocere le uova, ma come al solito è solo che usiamo usiamo un’affascinante parola inglese perché “produrre tutti i tuoi contenuti in un singolo momento” non aveva lo stesso appeal: di fatto il batching è questo. Concentrare sforzi uguali in momenti limitati: per esempio posso scrivere in un solo giorno tutti i post del blog per mesi, girare tutti i video di un corso online (ok, forse non in un solo giorno, anche perché è probabile che facendo così giacerebbero ad libitum nella mortissima cartella “da editare”), riempire di filtri e scrivere la caption di tutte le foto della settimana su Instagram.

Non sono una psicologa, ma su Internet troverete ovunque articoli di addetti ai lavori che vi spiegheranno che fare una sola cosa a lungo è molto meno dispersivo che farne tre più brevi ma totalmente diverse (leggi questo articolo, per esempio). La mia esperienza lo conferma: se fai batching nel giorno “giusto” la tua produttività crescerà e ti sentirai il dio del Copy che aspetta che le statistiche schizzino come prova devozionale. Per questo mi sento di consigliare il batching a tutti quei professionisti che possono gestire il loro tempo in modo totalmente elastico.

Perché non lo consiglio sempre

Mi spiego meglio. Passo tre giorni a settimana in ufficio da un cliente, un giorno a settimana in un altro ufficio e mi resta un giorno. Anche ammettendo di riuscire a infilare un paio di consulenze nella pausa pranzo e di poter recuperare nel weekend qualche arretrato, rimane un giorno a settimana che quasi sempre viene “occupato” da altri lavori. Rosicchia di qua, rosicchia di là, va a finire che mi rimane un giorno al mese, e i, per alzare l’assicella del mio senso di inadeguatezza, ho provato con ben due blog!

Un giorno al mese per scrivere quattro post del blog sarebbe di per sé più che sufficiente, visto che ragiono spesso sugli argomenti da trattare anche quando faccio altre cose (le idee migliori vengono sempre nella vasca da bagno!) e inoltre per deformazione professionale scrivere mi viene facile. Anzi, mi verrebbe facile, in verità. Perché il condizionale?

Mi sono imposta il batching da dicembre. Siamo a quota otto volte (perché come ti dicevo ho provato con due blog), e solo una è filato tutto nel verso giusto (e sì, confermo che la sensazione che provi è una figata pazzesca, ma 1 su 8 non fa raggiungere il quorum manco nel più distopico regime totalitario). Le altre sette volte sono rimasta con uno o addirittura due articoli arretrati, che ho dovuto recuperare in seguito. Nel weekend, ma cancelliamolo perché non voglio lamentarmi.

Perché accade? Per lo stesso motivo per cui non prendo più testi da scrivere in due giorni: se sai che devi farlo assolutamente ti viene l’ansia. Sia chiaro, non è detto che questo influisca sul risultato finale: un articolo scritto con l’ansia può avere lo stesso successo di uno scritto in perfetta tranquillità. Il punto però è come sta il copywriter, perché è abbastanza lapalissiano che stai meglio se un lavoro fatto bene lo fai serenamente piuttosto che con ansia. E l’ansia non deriva dalla difficoltà del testo, figuriamoci!

L’ansia deriva solo dall’aver fissato il dannatissimo giorno per il batching. Ora, tenere questo blog non me l’ha ordinato il dottore. È vero che mi aiuta a promuovermi, ma non è il mio lavoro, non vivo di questo, quindi vorrei provare piacere durante il processo di produzione, perché altrimenti mi converrebbe prendere più clienti e fare una massiva campagna di sponsorizzazione su un social a caso (nell’area Freebie ti spiego come sponsorizzare i contenuti su Instagram, la pass arriva tramite newsletter).

Alternativa al batching

L’alternativa, non però immediata, è crearmi un lavoro 100% pantofolaio. A quel punto potrei piazzare le consulenze telefoniche il mercoledì, e mi rimarrebbero quattro giorni e per inserire il batching, prendendomi gli altri tre giorni per tutto il resto: il giorno che mi sveglio ispirata vado di batching e sarò sicuramente produttiva. Certo, procedere in questo senso è un’ipotesi, ma per ora la accantono, perché mi toglierebbe varie possibilità che un lavoro più “strutturato” mi sta dando. Del resto anche prima del batching riuscivo a pubblicare un articolo a settimana: è vero che era più dispersivo, ma la concentrazione che perdevo a fare più cose la recuperavo in termini di creatività, che va di pari passo con la tranquillità. Quindi mio caro uovo-cotto-strano, per ora ci salutiamo, eventualmente ci vediamo prossimamente per uno spritz in compagnia!

Tu riesci a fare il batching lavorando nelle mie stesse condizioni? Se sì, accetto volentieri consigli, magari riesco a conciliare capra, cavoli e uova e pancetta!