Caro Instagram senza like, dove stai andando? Non sei più lo stesso…
Questo è il ritornello che ripetono tutti, e io sorrido. Perché il mio parere professionale espresso in modo altrettanto professionale è che non cambia (quasi) una beneamata mazza.
Sì, sarà un po’ più difficile selezionare gli influencer, potrebbe diminuire leggermente l’engagement e non avremo più il colpo d’occhio sui nostri numeri (ma da desktop si vede ancora il numerino, e se gestiamo più di un profilo basta passare a creator e su Facebook troviamo tutto). Insomma, Instagram deve aver preso spunto da Tomasi di Lampedusa: cambiare tutto per non cambiare niente.
Si poteva fare meglio. Oscurare i like in modo che anche entrando e scorrendoli non si potesse avere nemmeno l’ordine di grandezza (se hai voglia di contare tutti i singoli like delle foto dei tuoi competitor, infatti, puoi ancora farlo, almeno finché gli occhi non ti ballano, quindi non stiamo davvero parlando di un Instagram senza like), magari, già che c’erano, oscurare anche il numero dei follower e, visto che siamo in vena di utopie, tornare anche all’ordine cronologico.
Di fatto le cose stanno così, e il discorso è sempre lo stesso: non ti piace? Non stare su Instagram. Per quanto mi riguarda sto sviluppando una nuova strategia che aggiorni la precedente (dove non per bullarmi anzi sì avevo già previsto tutto ciò) che avevo mandato via newsletter (se te la sei persa sappi che non è l’unico contenuto utile che mando via newsletter, puoi iscriverti qui), ma l’esigenza di cambiamento non deriva dalla questione di Instagram senza like ma da un altro dato, molto più importante a mio parere: le sponsorizzate stanno aumentando.
Ora arrivano anche a un contenuto sponsorizzato su tre ed è impensabile continuare a usare Instagram come abbiamo sempre fatto. In breve, Instagram sta facendo la stessa cosa che ha fatto Facebook quando è diventato in tutto e per tutto una piattaforma di advertising (è stato l’argomento della mia lezione dell’anno scorso a Sociologia dei nuovi media) e ti salvi solo se hai già tanti seguaci VERI, che interagiscono con te. Altrimenti è molto semplice, no money, no party: se non hai a disposizione il budget necessario per sponsorizzare i post e/o un pubblico fidelizzato, il mio consiglio è quello di non utilizzare proprio Instagram per promuoverti.
Se però ti piace e ti mancherebbe se lo abbandonassi (sappi che ti capisco!), ti do, in ordine di preferenza i task che puoi intraprendere per continuare a promuoverti su quasta nuova versione di Instagram senza like ma con una dose cavallina di sponsorizzate.
Sei Cristiano Ronaldo
Beh, se sei Cristiano Ronaldo lascia stare, anche su questo Instagram senza like i tuoi fan vedranno lo stesso i tuoi post. La cosa peggiore che ti può capitare è qualche migliaio di like in meno. Se però non sei Cristiano Ronaldo, la gente ancora non ti conosce ma hai gli stessi soldi di Cristiano Ronaldo, assumi un Instagram strategist, un fotografo e un esperto di advertising, stanzia un migliaio di euro mensili per le sponsorizzate e stai tranquillo: i tuoi post saranno visti quanto quelli di Cristiano Ronaldo
Sei Nike
Anche qui, non dovresti avere problemi. Magari però è giunta l’ora di dare una promozione incentivante allo staff creativo (strategist, videomaker, grafici ecc) perché dovranno smazzarsi un po’ di più per produrre contenuti sempre più belli.
Sei un’azienda
Per azienda, intendo quelle che hanno dei dipendenti a cui pagano regolarmente lo stipendio, la tredicesima, il tfr e le ferie. Se non lo hai già, assumi uno strategist. Lo so, lo so, sembra ovvio e banale, ma ho visto con i miei occhi aziende anche grandi in cui i social sono affidati al più giovane del gruppo, il cugggino della situazione, che ora con questo nuovo Instagram senza like sta risparmiando un tot di soldi: i like che vedevi, infatti, erano tutti farlocchi (si scherza, eh, per fortuna non tutti i cugggini sono stupidi). Bene, a meno che non sia un talento naturale (e non lo è quasi mai), ora non basta più, a quel punto converrebbe chiudere i social e mettere il cuggino a fare altro. Lo strategist è fondamentale, e mandalo anche a fare un corso di advertising, che poi non succeda che le promozioni dei tuoi eventi di nicchia a Roma nord arrivino anche al contadino svizzero. Ah, se puoi assumere anche un advertiser ovviamente è meglio.
Sei un negozio
Amico, sei nei guai. Penso che i negozi siano i più sacrificati da questa deriva di Instagram, per un semplice fatto: in Italia i negozi difficilmente assumono personale specifico per gestire i social ma è anche difficile per loro fare da soli. Prendono freelance, e questo poteva funzionare bene fino a qualche mese fa, ma a meno che il freelance non sia ben pagato (più di 1000 euro al mese, per intenderci), non potrà più ottenere i risultati che otteneva prima: per essere efficace dovrà passare su Instagram molto più tempo, e tu dovrai investire un budget più ciccioso in sponsorizzate (che per inciso lo strategist non è detto che sappia fare): anche se siamo su un Instagram senza like, i like, in realtà, bisogna ancora metterli per farsi un po’ notare, e bisogna strapparli per fare felice l’algoritmo invece che la nostra vanità: un lavoraccio!
Ora, con il limite che può avere un consiglio dato a una categoria così ampia, senza poter valutare caso per caso, il mio suggerimento è quello di mollare lo strategist se non puoi pagarlo quanto sopra, farsi costruire una strategia ex novo (se è professionale lo può fare anche lo strategist che stai mandando a casa, altrimenti puoi contattare me) che cerchi di coniugare il poco tempo a disposizione con dei risultati dignitosi e cominci a seguire i tuoi social da solo prendendo lezioni, soprattutto a tema sponsorizzate. Questo conviene soprattutto perché nessuno strategist può conoscere il negozio quanto il suo proprietario, e una volta che avrai un metodo potrai conseguire dei buoni risultati perché potresti impiegare meno tempo dello strategist per produrre i contenuti adatti al tuo target, che tu conosci molto meglio di lui. Questo sistema presuppone un investimento iniziale per la strategia e per la tua formazione, ma alla lunga risparmierai (e ti consiglio di reinvestire in sponsorizzate quello che avanza)
Sei un freelance
Credevi di essere il più svantaggiato, vero? Beh, rispetto a Cristiano Ronaldo e Nike lo sei, ma secondo me lo sei molto meno di un negozio: tu non vendi (solo) prodotti, tu vendi te stesso. Questo vuol dire che i social li puoi gestire da solo con la dovuta formazione, basta che tu metta a fuoco ciò che hai da dire (se non ti fosse ancora chiaro, a fine ottobre riapro Brand in Frac che è perfetto per capirlo, se vuoi puoi scrivermi per entrare nella lista d’attesa) e ti faccia (indovina!) un corso di advertising per capire come sponsorizzare al meglio i tuoi contenuti (o assumere un advertiser, al limite, ma il corso o la consulenza costeranno molto meno). Quando saprai cosa dire e come dirlo, la creazione di contenuti sarà davvero molto più rapida, e non dovrai svenarti per pagare qualcuno che si occupi dei social al tuo posto. Intercettare il tuo target su Instagram sarà un lavoro lungo, ma se questo social ti piace sarebbe un peccato abbandonarlo, non trovi?
Lo so, ho lasciato fuori alcune categorie, come gli enti culturali e i blogger, ma altrimenti questo post sarebbe finito dopodomani. Nel frattempo, se vuoi leggere la mia nuova strategia quando uscirà puoi andare sulla mia pagina Facebook) e cliccare su “invia messaggio”. MiniGoethe, il mio assistente creato da Daniela e Serafina (le puoi trovare su questo sito), si segnerà il tuo nome e ti manderà la strategia appena pronta!
Condivido tutto. Le sponsorizzate sono aumentate considerevolmente, vedo post spinti anche su profili di persone che su IG ci stanno senza fini professionali. Curiosa di vedere come andra’ avanti anche se si, sara’ la solfa di FB. Buon weeeknd.
Grazie per il contributo Chiara! Cavalcheranno l’onda per un po’, ma tra qualche anno dovranno cambiare modello di business, vedo che la gente si sta staccando da ig com’era successo con Facebook e vince solo chi sa fare pubblicità fatte bene