Definizione del target: quando comincio un lavoro, insisto sempre tantissimo su questo aspetto, perché non puoi sapere cosa comunicare se non sai a chi vuoi comunicarlo. Con questo pezzo leggero vorrei rispondere a un’obiezione che mi viene fatta più o meno sempre: “Ma io voglio che tutti comprino il mio prodotto, non voglio limitarmi al target”. La risposta semplice è che non ti limiterai a vendere al target: arriveranno anche altre persone, che tu non caccerai via. Semplicemente, ti limiterai a basare la comunicazione sul tuo target, che è una cosa diversa.
La definizione del target… in tv!
La risposta complessa te la racconto con una metafora abbastanza vergognosa. Partiamo dal fatto che io odio la televisione. Fino a tre anni fa, quando ho dovuto scegliere tra il moroso e l’assenza della televisione, non la possedevo nemmeno. Ora ce l’ho, ma cerco di evitarla per quanto posso. Quindi ciò che sto per raccontarti è assai strano: potrei guardare qualsiasi cosa in tv, da Mentana a Piero Angela, e invece guardo un telefilm. Quando dico telefilm, magari tu ti immagini una di quelle chicche di Netflix, che sicuramente guarderei se avessi Netflix. ‘Sta roba invece è più assimilabile a CentoVetrine (non ho mai visto CentoVetrine ma sospetto che siamo lì). No, non ti dirò che telefilm è, perché sto per parlare malissimo di cast e sceneggiatura.
La storia e i personaggi
Allora, ci sono tre fratelli: uno è figo e scemo, l’altro è figo e buono, il terzo è fighissimo e cattivo (a singhiozzo, secondo l’umore dello sceneggiatore, probabilmente). Poi ci sono tre sorelle: una è fighissima e buona, l’altra è fighissima e zocc*** a singhiozzo (ed è interpretata da una delle poche che riesce a mettere in fila due parole senza andare in calando), l’ultima è fisicamente morbida e scassamaroni, ma sono sicura che per certi uomini possa essere sensuale. Il 66.6% degli attori che interpretano ‘sti qua, è passabile. Attorno a loro ruota una corte dei miracoli di donne e uomini mediamente fighi, ad eccezione degli interventi fatti probabilmente dallo stesso chirurgo plastico, che forse ha trovato la laurea nelle Pringles. La loro recitazione è incommentabile, nel senso che potrei mandare il mio gatto Prandy e sarebbe più espressivo di ‘sta gente.
Poi c’è Lui, un attore non bellissimo ma estremamente affascinante, con una voce che da sola tiene su tutta la baracca (infatti fa il doppiatore, e ho trovato questo telefilm cercando su internet quello che aveva fatto lui). La trama… Devo ancora capirla. Anche qui, ipotizzo uno sceneggiatore ciclotimico, o una squadra di sceneggiatori che non riuscendo a mettersi d’accordo ha scelto di fare un po’ per uno, così possono evitare di incontrarsi la mattina al lavoro. Si va dal melodramma all’italiana, al giallo, passando per l’horror con tanto di riti satanici. Il tutto condito da un po’ di soft-porn, che quello fa sempre ascolti. Ci sono un sacco di morti (alcuni dei quali poi tornano in vita), i buoni sono sempre lì lì per vincere, ma non vincono mai (forse per mandare avanti questo stillicidio), i preti e le suore sono quasi sempre cattivissimi (una è praticamente spiccicata la Monaca di Monza, e ogni tanto i Borgia fanno capolino) e insomma, l’intera trama è un agglomerato di cliché.
Come sono diventata il target di ‘sta roba?
Solo per il fatto che ne parlo così, è palese che io non sono il target di questo prodotto. Eppure lo guardo. Magari non attentamente, magari mentre faccio altro, ma lo guardo. Per il doppiatore? Per vedere quanto un gruppo di sceneggiatori può inveire su un plot? Perché gli attori sono fighi? Per convincermi a non farmi operare da un chirurgo plastico? Probabilmente per tutte queste cose insieme.
Quindi, quando hai individuato il tuo target, non è impossibile intercettare un altro tipo di pubblico. Il punto, e a questo ci tengo molto, è che preliminarmente lo devi individuare, altrimenti starai navigando a caso su una nave senza bussola.
Se devi ancora trovare il target puoi sempre chiedermi una consulenza. Sull’argomento target comunque ci tornerò, proprio perché è fondamentale nella strategia di marketing, online come offline. Se non vuoi perderti i prossimi articoli, anche su questo argomento, puoi iscriverti alla newsletter che ti avviserà ogni volta che esce un nuovo post e ti darà mie notizie una volta al mese.
Riflettero’ su quanto letto, mi interessa molto e a dirla tutta vorrei anche sapere il titolo del telefilm, ovviamente solo per capire meglio la metafora 😜
Sapevo che avrei suscitato molta curiosità, ma qui sono in bilico tra diritto di critica e diffamazione, specie nel caso del chirurgo. Diciamo che con ” Lui, un attore non bellissimo ma estremamente affascinante, con una voce che da sola tiene su tutta la baracca” mi sono sbilanciata, e mi sbilancio ancora di più dicendoti che probabilmente l’hai sentito anche in radio ;)
Un articolo che mi serve per riflettere. Devo dirlo: ancora non ho definito un target se non un target ampio e capisco di doverci lavorare!
Sei già un passo avanti: molti pensano che con un target ampio ci siano maggiori possibilità di lavorare. A meno che tu non rappresenti una grande azienda, invece, è il contrario. Tu te ne sei accorta, quindi brava!