Sai cos’è il burnout? È quello stress che ti porti dietro a lungo, che ogni giorno dà da bere al seme della stanchezza e dell’ansia, mascherato da efficienza a ogni costo. Ho avuto a che fare con il burnout quando non avevo ancora la partita iva, ed è stato devastante.

La mia esperienza

Ho resistito a sei mesi di ritmi massacranti: lavoravo dalle otto del mattino alle nove di sera, pranzavo in autobus con un panino, non cenavo perché tornavo a casa così stanca che riuscivo solo a buttarmi a letto e nel weekend, invece che staccare, andavo per stadi per arrotondare lo stipendio. Avrei continuato così a lungo, se a un certo punto il mio corpo non avesse dato forfait. In breve: sono finita in neurologia con prognosi di un mese e una malattia cronica che forse non sarebbe mai scoppiata se non avessi agito in modo così poco lungimirante. Così ho mollato uno dei due lavori e pochi mesi dopo ho aperto la partita iva. Da allora sono maniacale: sto attenta a dormire 8 ore a notte e se non lo faccio e il giorno dopo sento che la concentrazione sta andando via (per fortuna non capita sempre) dormo un’oretta.

Molti rischiano il burnout senza saperlo

Ora, io non dico che ogni freelance dovrebbe fare come me, che da quel 2013 ho una malattia che si tiene sotto controllo partendo proprio dal sonno regolare, e so perfettamente che ci sono persone che dormendo 7 ore a notte sono efficientissime. Quelli che non mi convincono sono quelli che dormono 5 o 6 ore e vivono di lavoro e, se proprio va bene, famiglia. Sostengono di stare bene, ma poi dimenticano le cose e quando gli parli sono presi da altro, e non sembrano mai totalmente presenti in quello che fanno. Molte di queste persone sono lavorativamente più in gamba di altre, quindi il gap si nota solo se li osservi attentamente, e solo se hanno la giornata storta. Proprio per questo mi chiedo dove riuscirebbero ad arrivare se solo dormissero un po’ di più, se non prendessero ogni cosa così dannatamente sul serio e se si concentrassero su un task alla volta.

Conseguenze del burnout

Perché la prima vittima del burnout non sei tu, è il tuo lavoro. È il tuo lavoro quello che va a farfalle per primo (e quindi peggiora il burnout, in una spirale che forse si interrompe solo con una gita al pronto soccorso), tanto che ho fatto uno stage in un’agenzia dove il boss obbligava letteralmente i dipendenti ad andare a casa quando li vedeva troppo stanchi. E non lo faceva perché era un benefattore, lo faceva per il suo sacrosanto interesse privato: quelle persone non avrebbero lavorato bene, e nella peggiore delle ipotesi avrebbero messo in cattiva luce l’agenzia comportandosi in modo sgradevole con qualche cliente. La verità è che i dirigenti illuminati si sono resi conto che se i propri dipendenti stanno bene l’azienda ci guadagna, mentre se sono stanchi e/o preoccupati la qualità del lavoro peggiora.

burnout

Come prevenire il burnout

Se sei freelance il boss sei tu, e meriti un boss illuminato e lungimirante. Se sei stanco, prenditi una pausa. Lo so, hai paura di perdere clienti, ma se continui sulla strada del burnout li perderai comunque, perché il tuo lavoro non sarà all’altezza. Quindi fermati, il prima possibile: non è detto che perderai i clienti (conosco molti freelance che non sono stati rimpiazzati, perché, come scrivevo prima, le persone che tendono a soffrire per il burnout sono di solito quelle efficienti), ma se anche succedesse, potrai tamponare le perdite a mente fredda appena ti sarai ripreso. Ah, per inciso, non serve una vacanza all-inclusive ai Caraibi. Potrebbero bastare tre o quattro giorni di sonno o una maratona su Netflix. Se ti ascolti saprai perfettamente di cos’hai bisogno e potrai tornare molto più carico di prima!

E tu hai provato la pessima esperienza del burnout? Sei riuscito a correre ai ripari in tempo o la situazione è degenerata? Di questi argomenti, legati alla mia storia personale, parlo anche su Instagram: seguimi se ti va! Se invece non vuoi perderti i prossimi articoli, puoi iscriverti alla newsletter che ti avviserà ogni volta che esce un nuovo post. A breve implementerò anche una newsletter mensile per chi vuole un contatto più personale con me, non mediato dal blog. Il form è sempre quello che trovi sopra!