Abbiamo visto come le giornate mondiali siano una manna per chi cerca di organizzare un calendario editoriale. E siccome spuntano come funghi, ho provato a chiedermi cosa ci sia dietro il fiorire costanti di nuove giornate mondiali, perché è evidente che sotto ci sia qualcosa di losco. L’articolo che segue è il riadattamento di un mio scritto precedente, pubblicato sul sito ViviPadova, ora offline.

Perché nascono le giornate mondiali?

Cercando su Google “giornata mondiale”, nella prima pagina si trovano una sfilza di risultati diversi. In effetti la cosa non stupisce, visto che negli ultimi anni, complice la sempre più capillare diffusione di mezzi di condivisione web come i social network, sembra che sia diventato sacrosanto dovere del cittadino commemorare qualsiasi cosa.

Del resto le feste comandate in Italia, quelle da rosso sul calendario in cui si può stare in panciolle, sono poche: undici, di cui la maggior parte si svolge nel periodo in cui gli italiani prendono le ferie e gli uffici pubblici rimangono chiusi. Di questa scarsa propensione al festeggiamento devono essersi accorti nelle alte sfere, e forse hanno deciso che, nel pessimismo generale dovuto alla crisi economica, era necessario vivacizzare un po’ la vita del popolo, affinché continuasse le sue rivoluzioni dalla scrivania e non gli venisse in mente di scendere in piazza. Anche perché, diciamocelo: se volessimo creare un calendario editoriale a partire solo dalle feste comandate, saremmo troppo spesso a secco di contenuti.

Quante sono le giornate mondiali?

Tralasciando le improbabili teorie complottiste, resta il fatto che le giornate ufficiali, cioè promosse dall’Onu e dai suoi satelliti come Unesco e Fao, sono 160: una media di una ogni 2,2 giorni. La versione ufficiale è che vengano decretate dall’assemblea generale su proposta del segretario generale, dai governi o dalle Ong.

Ma io non ci credo. E’ evidente che dietro c’è qualcosa di molto più losco, e che la lobby dei social media manager non sia estranea a tutto questo fiorire di giornate mondiali.

Ti svelo il segreto

Da qualche parte, non si sa bene dove, c’è questa Eminenza Grigia che nessuno ha mai visto e che trascorre le sue giornate in un polveroso ufficio in penombra, stipendiato dalle alte sfere per inventarsi i temi delle giornate mondiali. Ogni venti invenzioni ha uno scatto di anzianità, e per arrivare alla pensione deve superare le 365 giornate mondiali. Non una passeggiata, perché per individuarle ci sono dei criteri di plausibilità che si possono eludere con criterio ma non forzare. Naturalmente il suo è uno stipendio a quattro zeri, ma è vincolato da un rigido accordo di riservatezza. Ecco come sono nate la giornata mondiale della meteorologia, della salute mentale e degli studenti.

Passi poi per la giornata del Wc: l’Eminenza Grigia non aveva preso un colpo di freddo come si potrebbe pensare, ma deve aver considerato che esistono due miliardi e mezzo di persone che non possono usufruire di un sistema fognario, con il conseguente proliferare di malattie come il colera. Ma la giornata mondiale della posta è quantomeno azzardata, visto come funziona nella maggior parte dei paesi: da un social media manager speravamo almeno in una giornata mondiale dell’email, e invece è un tradizionalista reazionario. E se la giornata della felicità ha quel sapore blandamente americano, quella della gentilezza non deve aver avuto molto seguito.

I favoritismi e le prime critiche

La maggior parte delle malattie non ha una sua giornata, ma il criterio di scelta questa volta è chiaro: l’Eminenza ha ragionato sulla mortalità e sui dati epidemiologici di diffusione e non ha, come qualcuno potrebbe pensare, aperto a caso il dizionario medico scartando solo il primo risultato, cioè il gomito del tennista. Ecco quindi le giornate contro la malaria, l’Aids, la tubercolosi, i tumori e via dicendo. Diverso è il discorso discriminatorio nei confronti delle forme d’arte: l’Eminenza deve essere un grande amante del jazz, meno del pop e del rock.

Non è un caso che il fenomeno dilagante del proliferare delle giornate mondiali sia stato preso di mira in varie sedi. Per citarne una, Caterpillar, programma di Radio Rai 2, propone di festeggiare giornate come quella delle donne al volante, dell’appuntamento preciso, del metal detector, del malessere trascurato che non perdona e via dicendo.

Gli emulatori dell’eminenza grigia

Ci si poteva tranquillamente fermare qui, ma l’emulazione è dietro l’angolo: perché lasciare all’Eminenza Grigia tutto il divertimento? Ed ecco che fioriscono altre giornate nazionali, che non godono dell’ufficialità data dall’Onu ma che cercano di prendere piede tramite il web: la giornata del gatto (e le povere iguane?), del nonno, degli zii, dei cugini (manca stranamente quella della suocera), del caffè, della cioccolata (e qui si tirano le orecchie all’Eminenza, perché avrebbe dovuto pensarci) e della bicicletta.
Anche in questo caso le discriminazioni si sprecano: non si capisce perché le ostetriche abbiano il diritto di festeggiare con una torta sul tavolo operatorio, mentre chirurghi e anestesisti debbano accontentarsi di un’amichevole pacca sulla spalla.

Per concludere, bisognerebbe che l’Onu risolvesse questo annoso problema e si decidesse una buona volta a istituire la giornata mondiale di chi è escluso dalle giornate mondiali.

 

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