Il freelance in vacanza è una creatura mitologica. Scrivo questo post dopo aver sconvolto un mio collega, dipendente pubblico (collega nel senso che condividiamo una scrivania, non ho tradito la partita iva!) spiegandogli che io vivo le vacanze come uno stress, più che come uno stacco dalla vita lavorativa. Questo avviene per vari motivi

  • Se non lavori, non fatturi
  • Quando torni devi lavare e stirare il doppio, quindi perdi ulteriori ore (che non fatturi)
  • Con certi contratti, non puoi mai permetterti di staccare davvero

Partiamo dall’ultima: come dico sempre, di solito non gestisco i social per altri. Lo faccio solo per due clienti perché mi hanno offerto delle condizioni che considero vantaggiose e perché abbiamo una lunga storia lavoratia alle spalle. Entrambi questi contratti, però, prevedono che io non mi eclissi, nemmeno il 15 agosto. Anche pianificando i contenuti (per entrambi lo posso fare, altrimenti sarei già fuggita), devo monitorare i commenti e intervenire in caso di crisi. Morale: non mi vedrai mai dormire in un rifugio in montagna, o fare un viaggio intercontinentale, perché il telefono deve sempre prendere. No, non è uno stress, altrimenti rinegozierei le condizioni.

Ah, c’è anche un’alternativa. Ho conosciuto alcuni freelance che si sono fatti sostituire da colleghi di fiducia durante le ferie. Non è mai finita bene. Uno addirittura è tornato dal viaggio di nozze e ha trovato una sorpresa meravigliosa: il sostituto era diventato il nuovo “lui”. Francamente prima di chiedere a qualcuno di sostituirmi dovrei avere almeno due polsi rotti e preferisco di gran lunga fare un giro per i social una volta al giorno che vivere certe situazioni. Tanto più che se la crisi comunicativa ci dovesse essere, scatterebbe la maggiorazione prevista da contratto, e devo ammettere di averlo sperato durante certe feste di Ferragosto particolarmente noiose.

Passiamo alla seconda: io stimo enormemente quei freelance in vacanza con la famiglia, che poi oltre a lavarsi e stirarsi la loro roba (e eventualmente quella del compagno) devono farlo anche con quella dei figli, in una stagione in cui tra l’altro tipicamente l’umidità è a livello Tropici, non si asciuga niente e rischi di andare avanti con il bucato steso per le settimane a venire, con la spada di Damocle di una pila di biancheria che ti fa gli occhi dolci per essere stirata il prima possibile. Alcuni troverebbero più angosciante fare lezione a un centinaio di persone, ma per me è di gran lunga peggiore la pila di biancheria.

E poi c’è l’annosa questione: a meno che tu non abbia una rendita passiva (e vorrei conoscere chi riesce a vendere senza promuoversi nel mentre, o senza essere disponibile se un aspirante acquirente del suo corso online gli scrive per qualche dubbio), se non lavori non fatturi (quante volte l’ho detto? Giuro che la seo non c’entra!). E non importa che tu abbia già fatturato 100k, ti farai comunque scrupoli se per qualche motivo devi renderti irreperibile. Poi magari lo fai lo stesso, eh, ma non ti viene naturale. E comunque io non fatturo 100k.

freelance in ferie

In ogni caso anche ipotizzando uno scenario dove mi trovo a guadagnare tanti soldi, io non riesco a vedermi senza lavoro, per un semplice fatto: il mio lavoro mi piace. Se fossi un’ereditiera, probabilmente un buon 50% di ciò che faccio lo farei anche gratis. Quindi per me il panorama vacanziero più allettante è il seguente: casa al mare (possibilmente sull’oceano, che l’Adriatico prevede comunque troppa afa), mi alzo, faccio colazione con calma, accendo il computer un paio d’ore, faccio la freelance in vacanza lavorando ai proetti più remunerativi, vado in spiaggia, mangio al chiosco più seducente, faccio un riposino, vado a vedere qualcosa nei dintorni, mi dedico all’aperitivo e al controllo dei social, ceno (foto al tramonto che l’engagement ogni tanto va coltivato!) e concludo con una lettura serale leggera.

Questa è la vita della maggior parte dei freelance in vacanza. Non credere a quelli che vanno in spiaggia col computer e si scattano selfie à gogo: non sono freelance ma fuffologi, perché ogni freelance sa bene che la sabbia dentro alla tastiera ti fa bestemmiare fino alle ferie successive. La maggior parte dei freelance quando in ferie dà almeno un’occhiata quotidiana alle email (poi magari non ti risponde se non è urgente, ma la apre) e anche i pochi che riescono a staccare veramente quando poi è notte e sono sotto le coperte non pensano alla meravigliosa escursione che li aspetta l’indomani, ma solo a quella fastidiosa e inevitabile controindicazione: non stanno fatturando!

Se anche tu sei un freelance che non stacca, iscriviti a Scavalaroccia, il programma per essere costanti su Instagram anche dalle ferie senza impazzire (sia benedetta la programmazione!). Se invece non fatturare non ti pesa, ti prego, spiegami come si fa!