Contro i direct automatici su Instagram ho intrapreso una guerra serrata, che ben conosce chi segue le mie story. Questo articolo vuole spiegare in modo più professionale perché non dovete assolutamente mandare direct automatici a chi vi segue. Ma niente paura: c’è un’eccezione, e potreste essere proprio voi!

Qualche riga generale sui direct automatici

Da queste poche righe vi è già chiaro: io i direct automatici li odio. E per due principali motivi: per prima cosa, avendo l’accesso a cinque profili che prevedono la notifica per ogni messaggio ricevuto, il cellulare mi si scarica alle tre del pomeriggio (per non parlare del fatto che tutte queste notifiche fanno passare in secondo piano quelle veramente importanti, cioè per esempio quando qualcuno mi scrive per una richiesta sensata, anche solo il classico “che font usi per le story?”).

Di fatto, i direct automatici sono spam, e come tali li segnalo quasi sempre. Il secondo motivo per cui li odio è più personale: alla 40esima persona che ti offre un metodo per dimagrire che genererà anche un’entrata sicura lavorando part-time sui social, capisci perché devi smazzarti ogni volta per far capire ai clienti l’importanza del tuo lavoro. Perché magari se non siete avvezzi all’uso di Instagram potreste pensare che il lavoro del social media strategist sia uguale al “lavoro” della mamma full time che guadagna dando consigli sul dimagrimento (con buona pace di nutrizionisti e dietologi).

direct automatici

Perché non devi mandare direct automatici?

Ecco quindi un elenco dei motivi per cui sconsiglio quasi categoricamente l’uso dei direct automatici.

  1. Sono spam. Se esistono altre 9 persone come me che al grido di #segnaliamolitutti hanno intrapreso una battaglia serrata contro lo spam su Instagram, rischiate il blocco dell’account
  2. Puzzano di disperazione. Se il tuo lavoro fosse davvero così remunerativo, non avresti bisogno di inviare massivamente questa spazzatura. Quindi se sono intelligenti vi sgamano subito
  3. Corollario del punto 2: se mandi millemila messaggi, punti ad avere millemila clienti. Ma se la tua azienda sei tu, nessuno di loro verrà seguito decentemente. E hai già perso il 50% della tua credibilità
  4. Sparando nel mucchio, non riuscireti a selezionare potenziali clienti realmente interessati, quindi rischi di passare la giornata a rispondere a richieste che non porteranno a nulla. Avete qualcuno che gestisce la vostra attività nel frattempo? In caso contrario, lasciate stare

Ci sono eccezioni?

Ti avevo detto che c’era un’eccezione. Il difficile è capire se ne fate parte: i direct su instagram sono ammessi solo quando avete qualcosa di interessante da dire! Qui però casca un asino gigante, perché il concetto di “interessante” è puramente soggettivo. Per esempio, per me può essere estremamente interessante avere l’università come cliente. Posso essere così entusiasta da volerlo dire a tutti. La cosa però, interesserà al massimo mia madre e il mio gatto, mentre per gli altri sarà spam. Prima di inviare un messaggio, quindi, è il caso di chiedersi se, ricevendo quello stesso messaggio da altri, saresti infastidito o no. E ragiona per difetto. Per esempio, magari saresti contento di ricevere uno sconto del 10% per un set di posate, perché le posate ti servono e stavi per comprarle.

Ma molti hanno già i cassetti che strabordano, e interpreteranno un messaggio del genere come spam. Con gli sconti, in particolare, io consiglio di mandare messaggi che li segnalano solo se superano il 50%. E mi pare di sentirti: “Ma così vengono in troppi e ci perdo!” Grande: hai appena individuato un contenuto più utile ai clienti che a te (per inciso, in futuro spiegherò che non sempre è il caso di fare sconti. Per ora accontentati di sapere che gli sconti andrebbero fatti una tantum e con percentuali alte).

Un altro esempio di direct che non verrebbe percepito come spam, è la segnalazione di un ebook che hai scritto, qualcosa di veramente utile al tuo target, qualcosa che anche se non scaricherà non gli farà dire: “Tu guarda con che ciofeca questo cerca di spillarmi il mio indirizzo email!”. Per esempio, l’ultimo direct di questo tipo che ho veramente apprezzato era quello di un avvocato che mi ha mandato delle dispense per spiegarmi in cosa consistesse il GDPR, mentre fior fior di espertoni mi offrivano il 10% di sconto su una consulenza.

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Update

Con l’invasione dei bot che mi seguivano a pacchi di 20 al giorno, ho cominciato anche io ad usare i messaggi automatici, e poi li ho dovuti abbandonare perché Instagram li ha eliminati. Trovi tutto a questo link: noterai che nulla nel marketing è scritto nella pietra, e che spesso bisogna adeguarsi alle contingenze a suon di compromessi!